lunedì 26 novembre 2007

Gusta la Passione! - 1° puntata



Il podista sa quanto è importante un programma di allenamento mirato al risultato che vuole ottenere. E sa anche quanto è importante quello che mangia a tavola. E vuole associare al gusto anche la qualità degli alimenti.

Beh, che ne dite? Pare anche a voi un'ottima introduzione pubblicitaria? Tenete conto poi che in questo periodo i miei allenamenti sono della serie "fai da te" e la mia alimentazione si basa unicamente sulla soddisfazione del palato... ;-) Volete darmi dell'ipocrita? Le premesse ci sono tutte...

In realtà, però, sono convinto dell'efficacia di una sana alimentazione (e come non esserlo?!?). Del resto - e qui parlo per esperienza personale - un'alimentazione che tenga conto delle intolleranze alimentari di un soggetto, stanca di meno l'organismo e ne rafforza il sistema immunitario.

Qualche anno fa ho sperimentato su me stesso l'efficacia di un modo di mangiare equilibrato. Tale almeno mi è sembrato. L'esperimento è durato 6-7 mesi e devo dire che in quel periodo non ricordo di aver sofferto di particolari patologie. Piuttosto mi sembra di aver goduto di un prolungato stato di benessere. Casualità o merito della dieta? Io sono propenso a dar credito alla seconda ipotesi.

Ma, bando alle ciance e veniamo al dunque. Comincia oggi una rubrica intitolata "Gusta la Passione!", che in sette puntate, ci porterà a scoprire il Paniere dei prodotti tipici della Provincia di Torino, paladino dei prodotti agroalimentari tipici freschi e trasformati del nostro territorio.

Ad essere sincero, non pensavo esistesse una cosa del genere. Meglio così. Cerchiamo, se possibile, di proteggere la tradizione e la qualità dei nostri prodotti, a cominciare da quelli della tavola. Visto che ormai all'estero cercano di contraffare prodotti alimentari tipicamente italiani (si veda, come esempio, il caso del parmigiano).

Le informazioni sotto riportate sono tratte da un opuscolo distribuito negli stand della fiera di Cavour e sono a cura del Progetto Sviluppo e Valorizzazione produzioni tipiche della Provincia di Torino.

ANTICHE MELE PIEMONTESI



"Il Piemonte possiede uno straordinario patrimonio, un'inestimabile ricchezza in termini di biodiversità: circa 400 varietà di mele. Otto di queste antiche varietà, Grigia di Torriana, Carla, Runsè, Dominici, Magnana, Calvilla bianca, Buras, Gamba fina, rientrano nella denominazione di "Antiche Mele Piemontesi". Frutti straordinari scelti per i loro caratteri organolettici di grande pregio e perché si prestano a particolari usi in cucina (cotte, al vino, nel pane, in crostate di frutta)."

Se, come me, siete stati alla fiera TUTTOMELE di Cavour, avrete certamente notato le tantissime qualità di mele esposte. Certo, non pensavo fossero addirittura così numerose! Ma, fatemi capire, se le coltivo sul balcone di casa, si passa da 400 a 401?!? Scherzi a parte, tra quelle elencate, ricordo di aver visto la Grigia di Torriana; la qualità Runsè, invece, ho avuto modo di assaggiarla, come avevo già detto, sotto forma di succo di mela durante un sopralluogo da Eataly.

ANTICHI MAIS PIEMONTESI



"Le aree della Provincia di Torino tradizionalmente vocate alla coltivazione del mais sono il Canavese, la bassa Val di Susa e la Pianura che si estende tra Torino e Pinerolo. La coltivazione di alcune antiche varietà (Pignoletti giallo e rosso) è giunta sino a noi. Da questi pregiati mais tardivi, coltivati in tutto il territorio provinciale, si ottengono farine da polenta di qualità e gusto superiore."

ASPARAGO DI SANTENA DELLE TERRE DEL PIANALTO



"L'asparago è uno degli ortaggi più classici della pianura torinese, e in particolare di quella zona dalla terra permeabile, sabbiosa e poco calcarea circostante le cittadine di Santena e di Poirino. La varietà locale presenta apici appuntiti e brattee chiuse di color verde intenso con sfumature violacee e ha un caratteristico sapore dolce."

CANESTRELLI DELLA PROVINCIA DI TORINO



"Dolci tipici del Canavese e della Valle di Susa, i Canestrelli vengono preparati sin dal Medioevo, quando, disposti in canestri di vimini intrecciati, allietavano le occasioni importanti. Queste cialde, variamente aromatizzate al limone, alla vaniglia e al cacao, conservano tuttora la loro antica forma tradizionale: più spessi e con grigliature rilevate i Canestrelli di Vaie; sottili e con grigliatura leggera quelli di Montanaro; simili a monete medievali quelli di Tonengo e di Mazzè; croccanti, sottilissimi e impressi con stemmi di famiglia quelli di Borgofranco d'Ivrea."

Si può dire proprio che in fatto di canestrelli il Canavese sembra farla da padrone...

Alla prossima puntata!

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