Vi propongo un indovinello: dove si trova la mano di un podista, solitamente la destra, qualche attimo prima della partenza di una gara?
Non pensate male, maliziosi! Ecco la risposta: è posizionata sul pulsante di avvio del proprio cronometro.
Il cronometro da polso, infatti, preferibile nella versione con gli intertempi, è un fedele compagno del podista non solo in gara, ma anche in allenamento. Vediamo di capire perché.
In allenamento
Se corriamo in un percorso privo di riferimenti relativi alla distanza, lo potremo solamente utilizzare per conoscere il tempo totale della corsa.
Se, invece, il percorso è provvisto di indicazioni chilometriche, possiamo memorizzare, oltre al tempo totale, il tempo impiegato su ogni chilometro.
Se ci troviamo a correre su di un circuito ad anello, possiamo comunque utilizzarlo per memorizzare il tempo che ci mettiamo a percorre un singolo giro. Infatti, anche se non conosciamo l'esatto chilometraggio dell'anello percorso, poco importa: misurando per ogni frazione percorsa il tempo impiegato, potremo poi confrontare i valori registrati con quelli delle volte successive in cui ci ritroveremo a fare lo stesso tracciato.
In gara
Anche in questo caso, valgono le indicazioni sopra riportate. Con un aggiunta di non poco conto: il tempo totale registrato servirà poi per stilare la classifica interna ad ogni squadra. In ogni gara, infatti, accanto ai premi per i corridori, ci sono quelli guadagnati dalla squadra. Esiste, appunto, una classifica delle squadre in base al numero di concorrenti iscritti alla gara, (classifica per società numerose), ed una che tiene conto della somma dei punteggi ottenuti dai suoi atleti (classifica per società a punti). L'ammontare dei premi ottenuti dalla squadra, infine, verrà diviso, solitamente nel pranzo di fine anno, fra i corridori in base al "merito" acquisito nelle competizioni.
Nella foto riporto il mio fido Timex Ironman, nella versione con 100 memorie.