foto: uno scatto di Ernesto "Somadaj" al sottoscrittoDopo tante gare brevi domenica scorsa ho voluto cimentarmi nella Susa-Avigliana, trenta chilometri sull'asfalto della Val di Susa. La gara è rinata dopo l'ultima edizione del 2002 a seguito di numerose richieste dei podisti piemontesi. La curiosità di mettermi alla prova su una distanza così lunga e il fascino di attraversare la valle a piedi, e non in macchina come solitamente faccio, mi hanno spinto a partecipare.
L'idea era quella di tenere un ritmo attorno ai 5 minuti al km, tattica nata dal fatto che mi mancava una preparazione specifica su tale distanza. Ma poco prima di partire mi hanno convinto ad osare qualcosina di più. Tanto, secondo loro, le gambe si sarebbero imballate indipendentemente dalla velocità tenuta.
Per sicurezza ho indossato le vecchie New Balance 766, rodate e soprattutto comode, in modo da evitare il più possibile traumi e vesciche.
Nei primissimi chilometri il mio ritmo medio si attesta sui 4'30" al km. L'impegno cardiovascolare di questa andatura non è molto alto ma il dubbio sulla resistenza delle mie gambe mi suggerisce di non accelerare il passo.
Come di consueto in questo tipo di gare, ogni 5 km c'è un ristoro. Vista la mia preparazione e la mancanza di obiettivi cronometrici mi fermo un istante ad ognuno di essi. In particolare al 15° chilometro faccio una sosta più lunga, di circa un minuto.
Il percorso, interamente su aslfalto, varia nell'altimetria. I saliscendi che si incontrano, però, più che affaticare fungono più da stimolo per variare il ritmo ed evitare di "imballare" il passo (almeno è quello che credo).
Il fatto è che a metà gara, pur non essendo a corto di fiato, comincio a sentire l'acido lattico che si accumula nelle gambe. E fare ragionamenti del tipo: "Mancano solo 15 chilometri alla fine" certo non mi aiuta :-)
Poco prima del 18° chilometro mi raggiunge il cognato di un mio compagno di squadra con cui corro fin quasi alla fine. Devo ringraziarlo perché senza il suo aiuto non sarei certo riuscito a tenere quel ritmo.
Al 20° chilometro la situazione si fa sempre più dura: sento le gambe diventare progressivamente più rigide e stringo i denti per arrivare alla fine. Cerco sempre con attenzione i cartelli segna-chilometri per vedere quanto manca al termine: in quel momento la fatica muscolare è tanta e spero di terminare il prima possibile.
A pochissimi chilometri dalla fine incrocio l'amico Ernesto "Somadaj" che appena mi vede salta in sella alla sua bici e mi precede per farmi un'ulteriore foto. Grazie, Ernesto!
Finalmente si entra in Avigliana dove riconosco i tratti di percorso in comune con la StraAvigliana. E' finita! Un ultima progressione e taglio il traguardo in 2h19'19" sui 29,3 km di percorso corsi ad una media di 4'46" al km. Grande la soddisfazione di essere riuscito ad arrivare sino alla fine!