lunedì 16 luglio 2007

Chaberton



Sabato 7 luglio 2007

Il tempo del fine settimana si preannunciava bello e così non ho resistito alla tentazione di salire su una delle mie vette preferite. No, non intendo di corsa, come due skyrunner che ho incontrato sul percorso, ma da semplice escursionista.

E' la terza volta che salgo sullo Chaberton. E, come le precedenti, anche questa volta scelgo di partire dalla frazione di Fenils (1276 metri s.l.m.), posta sulla statale 24 pochi chilometri dopo Oulx. Questa è la ex strada militare ed è, tra l'altro, l'unica percorribile in mountain bike; ma penso che siano davvero pochissimi quelli in grado di giungere in vetta seduti sul sellino.

Trovo che il mattino abbia un sapore particolare. L'aria fresca, il cielo particolarmente limpido e il silenzio della natura creano un'atmosfera splendida per chi vuole passeggiare in montagna. Così, decido di puntare la sveglia presto, alle 4.50 del mattino! Ma il risveglio non è affatto doloroso e così alle 5.30 sto già uscendo in macchina dal garage. Arrivato a Oulx, faccio colazione con brioche e cappuccino in una caffetteria-pasticceria di mia conoscenza e poi riprendo la strada per andare a Fenils.

Come attrezzatura, ho scelto di portarmi dietro, per la prima volta, lo zaino idrico. La sacca d'acqua ha una capacità di due litri, capienza che reputo sufficiente per le mie esigenze idriche. Almeno così ero convinto prima di partire. Per precauzione, ho preferito aggiungere una bottiglietta da mezzo litro inserita in un marsupio legato alla vita. Dietro con me, ho portato anche la mia macchina fotografica digitale Canon EOS 400D con montati l'obiettivo 18-55 standard ed il battery pack; il tutto inserito nel marsupio più piccolo che sono riuscito a trovare in commercio.

Parcheggiata la macchina in un piccolo spiazzo prima che inizi lo sterrato, comincio a camminare. La giornata è davvero stupenda: il cielo, di un azzurro intenso, non mostra segno alcuno di perturbazione. E' la prima giornata di quest'estate, almeno per quanto riguarda il fine settimana, con un cielo così pulito. Dopo circa una mezz'ora raggiungo la frazione "Pra Claud", posta a 1589 metri s.l.m.: è questo l'ultimo accesso dove è possibile posteggiare l'auto.

Su tale percorso incontro poche persone. Del resto, la strada che ho scelto è quella meno battuta a piedi, non per la difficoltà a percorrerla, ma per la sua lunghezza: ben 1800 metri di dislivello!

Durante il tragitto mi fermo non poche volte a fare degli scatti al panorama che mi sta intorno. Montagne, rocce, alberi e prati. Non che le due volte precedenti il tempo fosse brutto, ma in quest'occasione è davvero da cartolina.

Quando arrivo al colle dello Chaberton, incontro, sparpagliati lungo il tragitto, una cinquantina di ragazzi e ragazze che salgono in cima, radunati da una gita organizzata da qualche parrocchia. Complimenti davvero ai parroci che sono riusciti a convincere così tanti giovani a fare tutta quella strada in montagna. Certo, anche dai commmenti che più tardi ho sentito loro fare, credo che la soddisfazione del paesaggio ammirato li abbia ampiamente ripagati dello sforzo fatto per colmare un tale dislivello.

Dal colle in poi proseguo in vetta senza difficoltà. Il cielo è sempre pulito e lo sarà anche nel pomeriggio. Il vento, però, mi costringe a coprirmi con la giacca che prudentemente mi sono portato dietro. Alle 11 raggiungo la sommità del monte e mi fermo un'ora e mezza a mangiare e fare fotografie alle batterie.

Rifocillato e riposato dalla salita, alla mezza scendo per la strada del ritorno. Durante la camminata, incontro non pochi ciclisti intenti a spingere le loro biciclette. Complimenti anche a loro per la determinazione nel voler raggiungere la meta. A circa metà strada mi rendo conto, però, che mezzo litro d'acqua in più non avrebbe guastato: ne terrò conto la prossima volta, preventivando 3 litri da portarmi dietro. E pensare che ne consigliavano uno e mezzo!

Poco dopo aver superato Pra Claud, incontro un gregge di pecore davvero numeroso e, così, approfitto per fare ancora qualche scatto. Rimpiango il non essermi portato dietro anche il teleobiettivo: sarei riuscito ad immortalare gli animali più da vicino.

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