Quando si corre su strada asfaltata o su uno sterrato regolare, generalmente non ci si pone il problema di quale scarpa sia preferibile indossare. E' sufficiente calzare una qualunque scarpa da ginnastica, meglio se studiata appositamente per il podismo, e mettersi a correre.
In montagna, invece, oltre ad utilizzare le scarpe di cui ho appena detto, è possibile orientarsi su prodotti più specifici per gli sterrati non regolari. Le calzature cosiddette da trail running oltre a garantire una maggiore robustezza offrono il vantaggio di una suola più adatti ai sentieri di montagna.
Nelle corse campestri è spesso consigliabile l'uso di calzature chiodate. Poiché infatti hanno spesso luogo nella stagione fredda, i chiodi di cui sono fornite permettono una migliore presa su terreni fangosi o innevati. Inoltre, per una maggiore praticità d'uso, il podista può scegliere di volta in volta la lunghezza dei chiodi più adatta alle condizioni del terreno.
Meritano invece un discorso particolare le... scarpe avvitate! Sì, avete proprio capito bene. Si tratta di normali scarpe da ginnastica, alla cui suola vengono applicate delle viti in modo tale che la testa delle medesime faccia presa sul terreno. Alfonso assicura la loro perfetta usabilità sui terreni innevati, merito anche della maggiore superfice d'appoggio che possono vantare rispetto ad una comune scarpa chiodata. Nei terreni fangosi, invece, sembra che le chiodate rappresentino ancora la soluzione migliore...
Questo curioso modello di scarpa da running è merito dell'ingegno di un certo Fabrizio, amico di Alfonso, e prende il nome di "Limit Ski Run". Servendosi di una trovata del genere, la squadra del CTO Team è arrivata due volte seconda ai campionati italiani di "Limit Ski Run", che si disputano ogni anno nelle valli del cuneese.
2 commenti:
Molto interessante Andrea! :-)
Vero, in effetti è una maniera originale di sfruttare delle scarpe da corsa ormai vecchie.
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