sabato 9 ottobre 2010

Il mio primo Giro della Collina



Temperatura frizzante e atmosfera autunnale alla 33^ edizione del GIRO DELLA COLLINA, disputatosi domenica scorsa tra Torino e Moncalieri.

La cronaca di gara festeggia la vittoria del tranese Simone Marocco che si toglie lo sfizio di battere il sempreverde Luca Cerva, compagno di squadra fino a qualche anno fa. Abdessamia Mountasser si deve accontentare della terza piazza. Federica Arnone primeggia nella gara femminile mettendo dietro di sè Grazia Cammalleri e Judith Stein.

FOTOGRAFIE:
FOTOGRAFIE GIRO DELLA COLLINA 2010

La mia gara
Domenica mattina si respirava la tipica aria autunnale. Cielo grigio e quell'atmosfera malinconica che fa quasi venir voglia di non muoversi di casa. A completare il tutto una pioggerellina fine utile solo a bagnare le lenti degli occhiali.

Dopo un breve riscaldamento mi appropinquo allo striscione di partenza. Le sensazioni mi sembrano buone: le gambe girano senza particolari difficoltà. I primi chilometri sono pianeggianti e completamente rettilinei.

Dopo meno di quattro chilometri la strada comincia a salire ma in maniera lieve. Solo allora mi ricordo di non aver attivato la funzione autolap del Garmin. Poco male, lo faccio adesso. E così, da buon maniaco del gps, mi metto a pacioccare il cronografo. Dopo almeno un minuto e mezzo, se non due, di ricerca disperata nelle giungla dei menu, finalmente riesco a trovare la tanto agognata funzionalità. Bene, posso riprendere a correre sereno... ;-)

Nel frattempo la salita non accenna a fermarsi. In un tratto privo di curve alzo lo sguardo (forse ho fatto male a farlo) e vedo atterrito qualcosa che più che una salita pare una rampa di lancio. Che fare? Testa bassa e... prima o poi finirà ;-)

Non nascondo che in certi momenti di fatica mi torna alla mente la ben più dura e lunga salita di Oropa. Prima o poi dovrà finire, penso. E' un po' come quando si va a fare un escursione in montagna quando, certi di essere ormai prossimi alla meta, ci si continua a ripetere frasi del tipo: "Ancora una curva e poi sono arrivato".

Dopo innumerevoli "ultime curve" la strada comincia a tornare pianeggiante. La discesa è un vero spasso: un lungo tratto di asfalto sul quale lasciar correre libere le gambe, come al galoppo. Il timore per i non specialisti della discesa è in questi frangenti quello di affaticare troppo la muscolatura, che il più delle volte non è abituata a sopportare uno sforzo così impegnativo, specie se lungo (e qui il pensiero vola subito alla Nevache-Briancon che non ho mai corso ma di cui conosco la fama).

Percorso faticoso in alcuni tratti della salita ma divertente; di sicuro un'esperienza da ripetere. Peccato solo che sia non competitiva... ;-)

2 commenti:

icuginichecorrono ha detto...

Partecipai da ragazzino a questa corsa,avro' avuto circa 17 anni,era il 1987
ed era la mia prima gara podistica.
Mio zio allora 40 enne podista di lunga esperienza volle portarmi con lui.Conservo questo bellissimo ricordo e mi piacerebbe rifarla prima o poi.

Andrea ha detto...

Vale la pena rifarla! ;-)